Donne Greenpink: Michela Cella

Michela Cella insegna Microeconomia all’Università di Milano-Bicocca, ha una passione per la politica, per il sushi e il buon vino. Si definisce ottimista di natura. È moglie e mamma di due splendidi bambini.

Ciao Michela e benvenuta su Greenpink!

 

Tu sei una professionista di successo, come fai a gestire il tuo essere lavoratrice, moglie e mamma?

Non è facile, in alcuni periodi mi sembra di essere su una giostra e non riuscire a scendere. Ho un lavoro flessibile, un marito disponibile, i nonni volenterosi , due pomeriggi di tata e sono brava con gli incastri e l’organizzazione. Cerco di essere presente almeno un pomeriggio alla settimana, non ho mai mancato una recita e se non insegno quando sono malati almeno mezza giornata resto a casa con loro. Questo aiuta ad alleviare i sensi di colpa che immancabilmente vengono a tutte le mamme che lavorano. Direi che la dimensione che più soffre in alcuni momenti è quella di moglie, ma cerchiamo di ritagliarci un po’ di spazio da adulti appena possiamo, una cena fuori oppure due chiacchiere davanti ad un bicchiere di vino mentre i bambini guardano un po’ di televisione.

 

Il tuo percorso accademico ti ha portato a confrontarti con molte realtà estere: come vedi il ruolo della donna nel mondo del lavoro in Italia e all’estero?

Ho l’impressione che in Italia la società sia ancora un po’ indietro, diciamo che la donna molto dedicata alla carriera è ancora vista come una donna “strana”. Quello che manca secondo me in Italia è tutto un insieme di servizi che possono aiutare nella gestione della vita familiare, dai nidi aperti 365 giorni all’anno alle tintorie aperte dopo le 20. A Milano indubbiamente ci stiamo arrivando, ma in Italia si fa troppo affidamento sulle donne e sulla rete familiare.

 

Il tuo essere donna è visto come un limite nel mondo del lavoro?

Io sono fortunata, nel mio dipartimento in Università ci sono molte donne quindi certe esigenze di orari e flessibilità sono perfettamente accettate. In certi ambienti dove è richiesta una disponibilità 24/7 le donne fanno fatica a far carriera.

 

­­In una giornata quanto tempo riesci a stare lontana dal tuo smartphone?

Lo ammetto, molto poco. Ho chiaramente sviluppato una dipendenza, e se non è lo smartphone è il tablet per leggere più comodamente.

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Ci racconti una tua giornata tipo? E anche una tua nottata tipo visto i tantissimi impegni che hai :­)

Mi alzo alle 7 (alle 6:45 se devo lavarmi i capelli) e ho bisogno di 30 minuti in silenzio in cui bevo la mia tazza di tè e mi preparo, poi sono pronta all’interazione con il mondo. Alle 8:10 si esce di casa, io verso l’università che dista da 25 minuti (in motorino) a 45/50 (in macchina) mentre mio marito accompagna i bambini a scuola. Se non devo recuperare io i miei figli a scuola e non ho impegni particolari in università riparto verso le 17:30 e prima di tornare a casa vado a far la spesa (oppure fornisco la lista della spesa a mio marito). Controllo i diari e l’esecuzione dei compiti, preparo la cena e poi mettiamo a letto i figli. Da sempre abbiamo un atteggiamento molto anglosassone, i bambini vanno a letto presto e finché il più grande (adesso 8 anni) non è andato alle elementari i bambini mangiavano prima di noi, per poter fare le famose due chiacchiere. Una volta che i bambini sono a letto inizia il vero rilassamento: a volte la televisione, a volte un libro, a volte i social network a volte una birra con un’amica. In questo periodo sono molto coinvolta nella campagna delle primarie del PD e vado a letto ancora più tardi del solito.

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Ma ogni tanto trovi il tempo per dedicarti alle tue passioni?

Non mi sento particolarmente deprivata, certo vado poco al cinema ma alla fine non mi lamento della mia vita sociale. Faccio pilates dalle 9 alle 10 della mattina una volta alla settimana e ogni tanto mi regalo un pomeriggio tutto per me. Poi magari lo pago lavorando alla domenica o alla sera ma va bene così, mi piace essere ancora un pochino in controllo del mio tempo.

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3 aggettivi per descriverti

ottimista, organizzata, socievole

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