Donne Greenpink: Chiara Cecilia Santamaria

Chiara Cecilia Santamaria è romana ma vive a Londra da due anni. È una blogger, giornalista freelance e scrittrice. Ha una bambina di cinque anni di nome Viola, troppi libri per una casa sola, una passione per la danza e il disegno, il sogno di viaggiare in tutti i Paesi del Mondo.

Ciao Chiara e benvenuta in Greenpink!

Tutti ti conoscono come blogger di successo di Machedavvero, ci racconti come è nato il tuo blog?

Il blog è nato ad Aprile 2008, quindi ben sei anni fa, quando – inaspettatamente rimasta incinta (dai, partiamo col coretto: ma ancora, nel duemila, con tutti i metodi contraccettivi che ci sono… eeh, avete ragione 🙂 – ho perso il mio prestigioso co.co.pro. e mi sono ritrovata a spasso con un pancione di cinque mesi. Dal momento che a 27 anni tutto mi aspettavo tranne che diventare mamma, ho approcciato gravidanza e maternità a modo mio, sfidando gli stereotipi, con molta ironia e senza peli sulla lingua. In questo modo mi sono trovata ad affrontare qualcosa con cui non avevo previsto di fare i conti: un sentimento di vergogna, quasi omertoso, nei confronti di tutti quei sentimenti ambivalenti che si provano avendo un figlio. Non è tutto bello, non si è sempre felici, alcune volte si vorrebbe tornare indietro o scappare in un altro Continente. Tutto questo convive con l’amore per il proprio bambino. Ammetterlo, parlarne, discuterne con altre donne, è utile e liberatorio. Da quando ho aperto il blog e pubblicato il mio libro (Quello che le mamme non dicono, Rizzoli) mi arrivano ogni giorno mail di ringraziamento per aver in qualche modo contribuito a rompere alcuni tabù riguardo la maternità e aver contribuito a sdoganare un’immagine di madre che, seppur imperfetta e piena di difetti, risulta molto più realistica di quella classica.

Oltre ad essere una famosa blogger sei anche scrittrice e giornalista: come fai a gestire il lavoro e la famiglia?

Non riesco a fare tutto. Se devo consegnare un pezzo la mia casa è un macello, se sto scrivendo devo mettere la sveglia per ricordarmi di prendere mia figlia a scuola. Quando ho delle urgenze cerco una tata, più spesso cerco di organizzarmi con le mamme delle compagne di scuola di Viola in modo da aiutarci reciprocamente: all’estero ovviamente non hai più la rete familiare di amici, nonni, zii che ti possono dare una mano. Ci si arrangia. E ci si arrende all’idea che tutto non si può fare.

Il tuo libro “Quello che le mamme non dicono” è stato un vero successo, ci racconti come è nato e di cosa parla?

Un giorno, come nel più classico dei sogni, mi arriva la mail di una editor in Rizzoli che mi chiedeva se ‘per caso’ avessi voglia di scrivere un libro. Aveva letto il mio blog e le era piaciuto moltissimo. Così è nato ‘Quello che le mamme non dicono’, che è un libro ispirato al blog ma con una sua storia indipendente, che prendendo spunto dalla mia storia come mamma cerca di scardinare l’idea che una volta diventati genitori ‘è finita la pacchia’ come mi dicevano, ma soprattutto si finisce per abdicare a sé stessi, sacrificando molto, se non tutto. Non dev’essere per forza così! E’ un libro ironico e divertente, perché la vita di una neomamma è piena di spunti esilaranti, ma contiene anche riflessioni piuttosto profonde sul cambiamento da ragazza a mamma, sui compromessi che la maternità ti mette davanti. Sono felicissima di averlo scritto,  inoltre è stato un successo inaspettato: dopo otto edizioni oggi è nella collana Best di BUR (Rizzoli).

Ci dici per quale motivo hai lasciato l’Italia?

Perché mio marito ha avuto un’offerta di lavoro. E di questi tempi, si sa come vanno le cose in Italia. Inoltre ero felicissima di poter offrire a mia figlia la possibilità di crescere bilingue e cittadina del mondo (beh, almeno di due Paesi :).

3 aggettivi per descriverti

Creativa, complicata, incoerente.

Ci racconti una tua giornata tipo? E anche una tua nottata tipo visto i tantissimi impegni che hai 🙂

Mi alzo, facciamo colazione, vesto Viola e mi vesto io. Una volta accompagnata a scuola inizio a lavorare, a volte da casa a volte da un bar. Se riesco, passo la pausa pranzo in palestra. Ricomincio a lavorare fino alle 3.30 quando esce da scuola, poi passo il pomeriggio con lei o la accompagno a fare ballet. Quando va a casa di qualche amichetta/o ho la giornata libera fino circa alle sei. Ceniamo presto, verso le sette e mezza. Verso le otto e mezza lei è a letto, e finalmente inizia la serata vera – quella rilassante!

Ma ogni tanto riesci a trovare il tempo di fare shopping?

Meno di quanto vorrei! Ci credi che da Gennaio, quando sono iniziati i saldi, non ho ancora trovato il tempo di andare in centro a dare un’occhiata? In realtà ultimamente il mio shopping principale sono biglietti di spettacoli e show: a Londra c’è tantissimo da vedere!

 

Fotomachedavvero.it

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