Il problema della successione: di sangue, elettiva o rivoluzionaria.

Come promesso nel numero scorso, proviamo a chiacchierare un po’ di “successione”.

Viviamo in un tempo e in un Paese in cui è quanto mai evidente il fatto che la qualità della classe dirigente è determinante. Piccoli uomini se ne hanno l’occasione diventano pessimi leader, capi stupidi e creano ambienti sterili e corrotti.

Lo scopo primario di ogni sistema economico o politico dovrebbe essere quello di imporre una durissima selezione per far sì che ai vertici fosse consentito di arrivare solo agli uomini migliori. Preparati, esperti, lucidi e soprattutto onesti, leali e credibili.

La definizione di “migliore” è ovviamente opinabile: darebbe adito ad interessanti (e quanto mai lunghe) discussioni. Personalmente non limiterei l’aggettivo “migliore” alla funzione del capo in questione, ma la estenderei all’essere umano nella sua completezza.

Mi spiego meglio: un leader disumano potrà anche divenire creatore di situazioni di massima resa, ma se il prezzo fosse, come spesso è, la perdita del rispetto per le persone e del loro capitale umano allora questo capo sarà “migliore” per la funzione, ma pessimo come persona.

E, dal mio punto di vista inadeguato al comando. Idem per chi dovesse cadere dalla parte opposta e scivolare dalla tolleranza al buonismo, fino all’appiattimento e poi alla catastrofe (Ci è venuto in mente qualche esempio?).

Credo che chiunque si trovi alla guida di un gruppo, grande o piccolo che sia debba prioritariamente rimanere umano, in secondo luogo porsi il problema della indipendenza da sé della struttura che governa, e terzo ma non ultimo il problema della successione.

Il capo “unto del Signore” è un fenomeno ricorrente nella Storia passata e nei giorni presenti. Di base il soggetto in questione è convinto di essere in grado da solo e solo lui di fare tutto, di comprendere tutto, e di essere immortale, o quasi. Se una forte dose di sicurezza è indispensabile per un capo, l’unto del Signore è chiaramente una persona con problemi gravi, un imbecille, o le due cose insieme.

L’unto del Signore non può fare memoria a se stesso di essere umano, di rimanere umano, o addirittura di cercare di diventare un essere umano migliore: egli è un (semi)dio. Quindi il primo punto della nostra terna di priorità cade miseramente.

L’unto del Signore si circonda di imbecilli: gli unici che gli diano sempre ragione. Quindi non sarà mai in grado di costruire un sistema, una struttura, che si renda da lui indipendente. E due.

L’unto del Signore con la successione ha problemi ancora più gravi. Spesso nella sua mania non si pone il problema, vive una sorta di limbo pregno della sua intelligenza e grandezza e quindi l’idea della morte non lo sfiora nemmeno. A volte ha l’impeto dinastico: il suo sangue. Dato che raramente il frutto cade distante dall’albero con ogni probabilità il figlio dell’unto del Signore sarà simile, spesso in forma minore, ridotta, più misera, in peggio, all’imbecille che lo ha preceduto. Anche qui gli esempi si sprecano.

L’unto del Signore spesso poi viene cacciato a pedate dalla “rivoluzione” che non lo vuole tra i piedi. Quante rivoluzioni hanno portato al potere gente “migliore” di quella che hanno abbattuto?

Di altri tipi di pessimo leader siamo ricchi tutti di esperienza. Ma al di là di altri mille aspetti e discussioni che potremmo iniziare ad analizzare oggi volevo focalizzarmi su quelle tre piccole priorità anche sopra accennate:

– Sii ogni giorno un uomo “migliore” di ieri

– Costruisci un “mondo” di persone valide intorno a te, la cui forza non “dipenda” dalla tua presenza

– Pensa a cosa succederà dopo di te e “prepara” accuratamente quel momento perché tutti funzioni come e meglio di prima.(Magari ricordando che sarebbe opportuno levarti dai piedi PRIMA di diventare inadeguato!)

Non vorrei mai un capo privo di queste caratteristiche, non accetto volentieri leader che lo siano.

Il problema resta aperto…

Nella mia minuscola imbarcazione imprenditoriale, nel mio guscio di noce pur essendo al timone e quindi solo “organo ausiliario di controllo” provo a seguire questi tre principi. Tutti i giorni.

Detto tra noi ho la fortuna di far parte di un equipaggio splendido…ma per tutti gli aspetti negativi il colpevole resto io.

Quali altre terne di priorità base vogliamo suggerire? Avete notato che di successione “elettiva” non ho parlato… ancora?

Buon vento e alla prossima.

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