Due giorni fitti, pieni di film, per intravedere e immaginare il futuro del mondo. Immaginare un futuro con tutte le sue complesse incognite, tenebrose o illuminanti: vedere da vicino la descrizione di una situazione ambientale purtroppo sempre più in rapido declino, con immani, ripetuti disastri climatici, e soprattutto con il tempo impietoso, che scorre sempre più velocemente, consegnandoci sempre meno opportunità di fare qualcosa di utile.
Questa è la linea di lavoro, di certo impegnativa, e di continuo allarme, su cui si pone e prosegue il suo cammino, alla svelta, e per forza di cose, il Think Forward Film Festival. Un lavoro in trincea, in corsia d’ospedale, accanto al pianeta “malato”, che rifugge però le sentenze già scritte del generico catastrofismo, inseguendo piuttosto l’ottimismo della ragione nei molti luoghi dove essa è viva e presente.
Se è più facile vedere che prevedere, allora a ciascuno il suo: noi mostreremo film segnalando di invertire una rotta che sta diventando, sempre di più, ogni giorno che passa, pericolosa e fuori controllo. Facendo suonare la sirena dell’allarme e mostrando film che inducano a riflettere e ad acquisire consapevolezze. Ad altri spettano, ovviamente, le scelte che possono effettivamente diventare azioni e mettere in sicurezza il pianeta. L’ora di prevedere e di agire è infatti già suonata da tempo, davanti al mondo intero.
Anche quest’anno siamo riusciti nell’impresa di mettere insieme quanto di meglio la produzione cinema e video ha realizzato soprattutto sui temi del contrasto ai cambiamenti climatici e sulla diffusione delle energie rinnovabili. Temi questi indissolubilmente intrecciati tra loro. Come ogni cosa, quando si parla di ambiente. Temi svolti con dedizione ambientalista ma anche, si vedrà, con grande capacità cinematografica.
In più, in questa edizione, abbiamo dato il via ad una nuova sezione, un concorso internazionale di corti, che ci darà modo di vedere, con i lavori arrivati e selezionati, come certe inquietudini siano presenti in ogni latitudine del pianeta, in una sorta di inedita globalizzazione delle paure e delle attese.
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