Donne Greenpink: Marilù Oliva

Marilù Oliva vive a Bologna, scrive libri e insegna lettere alle superiori. Con Elliot ha pubblicato ¡Tú la pagarás! (Elliot, 2010), finalista al Premio Scerbanenco, in cui è comparsa per la prima volta la conturbante e dannata Elisa Guerra, detta La Guerrera, e Fuego (Elliot, 2011). Mala Suerte (Elliot, luglio 2012) è il suo quarto libro, romanzo conclusivo della Trilogia della Guerrera. Ha scritto racconti per il web, testi di critica e saggistica, l’ultimo è uno studio sulle correlazioni tra la vita e le opere del Nobel colombiano Gabriel García Márquez: Cent’anni di Márquez. Cent’anni di mondo (CLUEB, 2010). Collabora con diversi blog, tra cui Libroguerriero, Thriller Magazine, Carmilla e l’Unità. Per Eliott Edizioni ha da poco ha curato Nessuna Più coinvolgendo 40 scrittori e chiedendo loro un racconto-denuncia contro la violenza sulle donne.

Ciao Marilù e benvenuta in Greenpink!

Ciao e grazie a voi per l’ospitalità!

La tua ultima fatica letteraria edita da Elliot è “Nessuna Più. Quaranta scrittori contro il femminicidio”, un’antologia che parla della violenza sulle donne di cui sei curatrice e scrittrice di un racconto. Ci racconti com’è nata l’idea di questa antologia?

L’idea è nata dopo l’ennesimo caso di femminicidio. Mi son chiesta cosa avrei potuto fare, io, come scrittrice, oltre agli articoli con cui già cerco di approfondire la questione. Ho pensato, d’accordo con l’editore, che ha immediatamente accolto il progetto, ad un’antologia che coinvolgesse le voci (e la protesta) di 40 tra scrittori e scrittrici. Per realizzare qualcosa sia sul piano degli intenti sia su quello pratico, abbiamo pensato di devolvere l’incasso a Telefono Rosa, anche in occasione del suo compleanno: ha da poco compiuto i 25 anni di attività.

Ci parli di Telefono Rosa Onlus?

L’Associazione Nazionale Volontarie Telefono Rosa-ONLUS è il frutto dell’intuizione di tre donne, che, il 2 febbraio del 1988, decisero di fare un’inchiesta sulla violenza domestica, quella che si scatenava all’interno delle case e che veniva accuratamente occultata sia dalle vittime che dai loro carnefici. Oggi il Telefono Rosa fornisce gratuitamente consulenza legale, psicologica, bancaria, avvalendosi di ottime avvocate, psicologhe e psichiatre che lavorano come volontarie. E, tra le altre cose, gestisce una casa di accoglienza per conto del Comune di Roma e dal 19 dicembre 2012 ha la responsabilità del “1522”, numero nazionale istituito dal Ministero delle Pari Opportunità, operativo 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, con lo scopo di aiutare le donne vittime di violenza.

Personalmente mi sono appassionata alla trilogia della Guerrera e ho letto “¡Tú la pagarás!”, “Fuego” e “Malasuerte” tutti d’un fiato. Ci racconti come è nata la saga dedicata a Elisa Guerra?

La Guerrera non sarebbe nata – o almeno: non sarebbe stata inserita in quel contesto peculiare di Bologna notturna – se non fossi appassionata di musica latino-americana e non avessi trascorso molte ore a ballare. In un certo senso Elisa Guerra è nata una notte di salsa, mentre me la immaginavo seduta su un divanetto, col suo bicchiere di rum in mano – non il primo della serata né l’ultimo -, il pacchetto di sigarette in borsetta assieme a una buone dose di disperazione e ansia di sopravvivenza. La volevo molto sexy ma non belloccia, sicura del fatto suo, pronta a cadere e a rialzarsi subito con quella cocciutaggine tipica di chi non si arrende. Ecco perché quel soprannome.

Tu gestisci anche il blog Libroguerriero, ci racconti di cosa si tratta?

Libroguerriero nasce dal presupposto assolutamente soggettivo che un libro, un vero libro, debba in qualche modo lasciare qualche bruciatura, qualche ferita di guerra. Non solo: il nome evocativo è un gentile omaggio alla Guerrera. Sul blog parlo soprattutto di letteratura, pur con qualche incursione in altre sfere artistiche, soprattutto quella musicale. Recensisco libri che mi hanno colpita e propongo autori a mio avviso interessanti attraverso la formula della così detta “intervista-iena”: domande botta e risposta che spaziano dalla professione alla sfera personale, con tono abbastanza scanzonato. L’idea l’ho ripresa dal programma televisivo “Le Iene” e anzi: un autore e alcuni conduttori si sono gentilmente prestati a sottoporsi alle mie interviste (Sabrina Nobile, Matteo Viviani, Filippo Roma, Filippo Casaccia, etc)

Come vedi il ruolo della donna nella cultura caraibica dove il maschilismo è molto forte?

Premesso che occorrerebbe fare un discorso singolo approfondito per ogni paese (in Colombia, ad esempio, il machismo è più pervasivo che in Nicaragua e qui è differente rispetto a quello cubano), onde evitare le generalizzazioni, sono però convinta che ci sia un grande lavoro da portare avanti. Sia in America Latina che nel resto del mondo, anche nei paesi chiamati civilizzati.

Tu non sei solo scrittrice, come fai a gestire il tuo essere insegnate, moglie e mamma?

Fisicamente faccio tanta fatica e la pago col mal di testa. Però almeno mi ritrovo… non dico felice (sono un’atea della felicità), ma quasi.

3 aggettivi per descriverti

Disordinata, un pizzico guerriera (nel senso cui accennavamo prima), abbastanza incazzata per come va il mondo.

Ci racconti una tua giornata tipo? E anche una tua nottata tipo visto i tantissimi impegni che hai 🙂

Di notte dormo e sogno tantissimo. Le poche volte in cui mi prende l’insonnia, sfrutto il silenzio e la solitudine per scrivere. In un giorno feriale, invece… mi sveglio alle 6 e corro fino alle 20, alternando lavoro a scuola, scrittura al computer, presentazioni, impegni vari. E alla sera o leggo o mi guardo qualche serie.

Ma ogni tanto riesci a trovare il tempo di fare shopping?

Eh, in questo senso sono molto maschiaccio, come La Guerrera: non mi fa impazzire lo shopping. Quando acquisto qualcosa lo scelgo alla velocità della luce. Se invece vuoi sapere se, in tutto questo tran tran, riesco a trovare tempo per le piccole cose che mi piacciono, la risposta è sì, ma con qualche rinuncia. Continuo a ballare la salsa, per dirti, però sono costretta a “strizzare” il tempo e, ad esempio, non so più cosa siano quelle bellissime, lunghe chiacchierate al telefono con le amiche.

3 libri da leggere sotto l’ombrellone che consigliersti agli amici di Greenpink…

Massimo Carlotto-Carlo Videtta, “Le vendicatrici” (partire da Ksenia) (Einaudi)

Fabrizio Lorusso, “Santa Muerte Patrona dell’umanità” (Stampa Alternativa)

Khaled Hosseini, “E l’eco rispose” (Piemme)

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