La Svizzera tassa i ricchi per dare ai poveri

 

La Svizzera come Robin Hood? Il governo elvetico ha reso esecutiva una legge approvata e modificata dal Parlamento di Berna a giugno, che prevede un aggravio dell’1% del carico fiscale per i redditi sopra i 250 mila euro (300 mila franchi svizzeri), a partire dall’1 gennaio del 2014. Obiettivo: risanare le finanze in profondo rosso della cassa pubblica che assicura dal rischio disoccupazione, che ha accumulato un debito di ben 4 miliardi di euro.
 
Tassazione Svizzera: arriva una stretta per proteggere i più deboli
La misura dovrebbe fare introitare allo stato 100 milioni di franchi in più all’anno, necessari per risanare il debito della cassa entro 15 anni. Secondo il ministero dell’Economia, in assenza del prelievo, il debito sarebbe stato risanato in oltre venti anni. E l’Unione Sindacale Svizzera, per voce del suo rappresentante Doris Bianchi, chiarisce che non sarebbero solo i “ricchi” a pagare per i debiti della cassa assicurativa, bensì pure gli stessi lavoratori, che avranno diritto a percepire l’indennità di disoccupazione per un periodo inferiore ai 18 mesi finora previsto.
Paradossalmente, la proposta iniziale prevedeva che a pagare fossero solo i redditi fino a 250 mila euro, non quelli superiori. Ma in Parlamento è stata modificata in senso opposto. Scontenti sia la destra dell’UDC, sia i Verdi. I primi parlano di “scandalo” e spiegano che alla solidarietà ci sarebbe un limite, mentre i secondi avrebbero desiderato un prelievo ben più corposo, pari al 2,2% aggiuntivo.
La disoccupazione in Svizzera non sembra essere un problema, tuttavia, in Svizzera, dove generalmente si attesta intorno all’1%. Negli anni Novanta vi fu un’impennata fino al tasso record del 5,6% nel 1997, mentre nel 2008 si aggirava al 2,8%. E generalmente riguarda per lo più stranieri e donne, a conferma che il mercato del lavoro elvetico è solidissimo.

La Svizzera come Robin Hood? Il governo elvetico ha reso esecutiva una legge approvata e modificata dal Parlamento di Berna a giugno, che prevede un aggravio dell’1% del carico fiscale per i redditi sopra i 250 mila euro (300 mila franchi svizzeri), a partire dall’1 gennaio del 2014. Obiettivo: risanare le finanze in profondo rosso della cassa pubblica che assicura dal rischio disoccupazione, che ha accumulato un debito di ben 4 miliardi di euro. 

La misura dovrebbe fare introitare allo stato 100 milioni di franchi in più all’anno, necessari per risanare il debito della cassa entro 15 anni. Secondo il ministero dell’Economia, in assenza del prelievo, il debito sarebbe stato risanato in oltre venti anni. E l’Unione Sindacale Svizzera, per voce del suo rappresentante Doris Bianchi, chiarisce che non sarebbero solo i “ricchi” a pagare per i debiti della cassa assicurativa, bensì pure gli stessi lavoratori, che avranno diritto a percepire l’indennità di disoccupazione per un periodo inferiore ai 18 mesi finora previsto. Paradossalmente, la proposta iniziale prevedeva che a pagare fossero solo i redditi fino a 250 mila euro, non quelli superiori. Ma in Parlamento è stata modificata in senso opposto. Scontenti sia la destra dell’UDC, sia i Verdi. I primi parlano di “scandalo” e spiegano che alla solidarietà ci sarebbe un limite, mentre i secondi avrebbero desiderato un prelievo ben più corposo, pari al 2,2% aggiuntivo.

La disoccupazione in Svizzera non sembra essere un problema, tuttavia, in Svizzera, dove generalmente si attesta intorno all’1%. Negli anni Novanta vi fu un’impennata fino al tasso record del 5,6% nel 1997, mentre nel 2008 si aggirava al 2,8%. E generalmente riguarda per lo più stranieri e donne, a conferma che il mercato del lavoro elvetico è solidissimo.

 

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