L’argilla

L’utilizzo terapeutico dell’argilla è noto fin dai tempi antichi in tutte le culture ed aree geografiche del mondo. Gli antichi egizi la usavano per conservare le mummie e per scopi cosmetici. In molti manoscritti delle civiltà cinese, greca, romana sono state trovate testimonianze dell’uso dell’argilla per il trattamento di varie malattie della pelle, infiammazioni interne, disturbi digestivi e anche la sifilide.

Menzioni sull’uso dell’argilla ci sono anche nella Bibbia e nel Vangelo. Ippocrate, Dioscoride, medici greci, raccomandavano l’uso dell’argilla per le sue molteplici virtù. Il Re Sole, Luigi XIV, la utilizzava per le emorroidi e le ragadi anali. In molti paesi del Sud America, Africa e Asia c’è tuttora l’abitudine di agitare l’acqua di fiumi e sorgenti, prima di prenderla per consumo per assumere molti preziosi minerali ed oligoelementi.

Dal XIX secolo l’argilloterapia si diffonde anche in Europa grazie a famosi naturopati: Kneipp faceva cataplasmi di argilla e aceto per guarire infiammazioni, ferite, intossicazioni. Nel 1903 il dr. Strumpf dell’Università di Berlino, la utilizzò per la cura del colera e durante la prima guerra mondiale, i Russi e i Francesi, la usarono per evitare la dissenteria.

Gli animali istintivamente utilizzano bagni d’argilla, recandosi presso i fiumi, per pulire il corpo e in caso di ferite o malattie della pelle. Attualmente l’argilla è impiegata in Svizzera per la cura della tubercolosi sotto forma di impacchi caldi. In Romania l’argilloterapia è una pratica usata da tempi antichi e che tuttora viene usata in terapie complementari e alternative.

La composizione chimica dell’argilla è la seguente: silice 43%, allumina 14%, sesquiossido di ferro 5,65%, calce 4,44%, magnesia 4,24%, inoltre contiene dosi infinitesimali di rame, mercurio, oro, rame argento, stagno, piombo, zinco, magnesio, cromo, cobalto, selenio. Il ph è basico: 8,5.

L’argilla è soprattutto ricca di silicio, la cui struttura chimica, come l’acqua, è tetraedica (piramidale) e altamente energetica. Nell’argilla si trovano i sette metalli principali (argento, ferro, mercurio, stagno, rame, piombo, oro) che si relazionano ai sette organi principali del nostro corpo (organi genitali-sistema nervoso, cistifellea, polmoni, fegato, reni, milza-pancreas, cuore) e ai sette pianeti del sistema solare (Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere, Saturno, Sole). L’attività cosmica dei pianeti si manifesta sulla terra attraverso l’azione di questi sette metalli che la imprigionano al loro interno. L’argilla quindi porta l’energia cosmica agli organi principali, unisce le forze del cielo e della terra, agendo da riequilibratore generale.

L’argilla ha un forte potere assorbente ed è quindi utile nell’eliminare tossine e veleni, inoltre purifica ascessi e ulcere. Può essere assunta per via interna, ha la capacità di rendere potabile l’acqua inquinata e togliere gli odori e i sapori chimici del cloro, delle muffe.

Ha una forte concentrazione di radioattività che aumenta se esposta al sole. Al contrario di altri composti radioattivi, rigenera le cellule disintossicando il sangue e ristabilendo il giusto metabolismo, apporta vigore all’organismo. La radioattività naturale stimola i corpi che ne sono carenti ed assorbe l’eccedenza in caso di organismi colpiti da radiazioni ionizzanti, inoltre apporta energia perché racchiude l’energia dell’aria, dell’acqua, e il calore del sole. Questo comporta anche la stimolazione del sistema immunitario. L’argilla è una terra grassa quando è umida, su cui non crescono né erbe né vivono i vermi. E’ quindi totalmente priva di germi per cui è ottima per la cura di pustole e ferite, è assorbente e grazie a queste capacità estrae dal corpo tossine, umori, gas, pus e per osmosi, rilascia minerali ed oligoelementi.

E’ indicata in tutti gli stati infiammatori acuti e cronici: botte, contusioni, dolori, ferite, ustioni, eruzioni cutanee, acne, ulcere e dolori articolari acuti. Si usa in caso di malattie dell’apparato digerente come aerofagia, gastrite, colite, stipsi, diarrea, emorroidi, parassitosi. E’ utile in caso di intossicazione perché aiuta a drenare ed espellere tossine, febbre, toglie calore agli orgeni interni, ripristinando la giusta temperatura corporea, è indicata nelle infiammazioni dell’apparato genito-urinario, rimineralizza in caso di osteoporosi, astenia, debolezza stress.

Si può usare esternamente sotto forma di cataplasmi, oppure possono essere fatte fasciature e bendaggi di salviette imbevute d’acqua o frizioni d’acqua e argilla. Si può usare anche per via interna, non avendo un sapore sgradevole.

 

Modo d’uso

 Uso esterno: in un recipiente non metallico si mescola l’argilla con l’acqua, con un cucchiaio di legno, fino ad ottenere un impasto cremoso. Si stende l’argilla sulla zona interessata, con uno spessore di 5-10 mm e sopra si stende una garza. Si avvolge poi con un panno di lana. Si può tenere il cataplasma anche tutta la notte. In caso di arrossamento o forte reazione, basta ridurre i tempi d’applicazione. In caso di botte, contusioni e dolori, si può aggiungere all’impasto della tintura madre di arnica per potenziare l’effetto antinfiammatorio.

L’applicazione va effettuata almeno 2-3 ore dopo i pasti, non va fatta se il corpo o anche solo i piedi sono freddi ed è sconsigliata in caso di ciclo mestruale. Dopo l’applicazione possono verificarsi eruzioni, pruriti, mal di testa, malessere generale, che indicano che l’organismo sta reagendo.

 

Uso interno: la sera prima di coricarsi, si prepara un bicchiere con dell’acqua e un cucchiaino da caffè, colmo d’argilla verde ventilata. Si mescola bene e si lascia sedimentare tutta la notte. Al mattino si beve solo l’acqua lasciando l’argilla sul fondo. In caso di dissenteria, si rimescola e si beve tutto.

 

Dr.ssa Nicol Stefani, farmacista, cosmetologa, operatrice con i fiori di Bach e studentessa di naturopatia

Lavora ed è proprietaria della FARMACIA SANTROVASO

 

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