Uomini Greenpink: Marco Tacconi

Nato a Borgomanero (NO) nell’ 88 ha sempre avuto (da quando ha dei ricordi nitidi) la passione per l’orto. Iscritto alla facoltà di Agraria all’Università degli Studi di Milano si laurea in “Valorizzazione e tutela dell’ambiente e del territorio montano”. Disoccupato per mesi ha approfittato per girare tra agriturismi e aziende agricole. Ha deciso di creare TERRAXCHANGE durante le vacanze di Natale 2012. Il primo novembre 2013, dopo quasi un anno di ricerche e studi a riguardo, ha lanciato online il portale.

Ciao Marco e benvenuto su Greenpink!

Ci racconti da dove nasce l’idea terraXchange?

L’idea nasce da due fattori principali. Da una parte la mia smodata passione per l’agroalimentare, la produzione di cibo, l’agricoltura e l’allevamento e la trasformazione dei prodotti da essi derivati. Non c’è cibo tradizionale o filiera produttiva che non mi interessi. Dall’altra parte c’è la constatazione di vedere un territorio sempre più abbandonato, non mantenuto nel tempo, una cementificazione eccessiva e ossessiva, una mancata presa di coscienza (da parte dei “potenti”) che l’Italia si salva solo riqualificando il proprio territorio e puntando sull’agroalimentare. Ho unito questi due punti fermi con l’obiettivo di riqualificare terreni ritenuti improduttivi e di scarso valore attraverso qualcosa che ha un valore inestimabile: l’orto.  Non c’è nulla di più utile di tutto ciò e non solo per il proprietario e il potenziale orticoltore ma per la società intera che potrà usufruire di un territorio mantenuto e gestito in modo sostenibile. Sappiamo benissimo tutti cosa comporta abbandonare un territorio così delicato come il nostro. Eventi di cronaca recenti ce lo confermano. L’Italia è un paese che frana nel fango anche per questo. La rotta va invertita subito e non servono miliardi di euro. Serve trovare tante persone (e famiglie) che nel loro piccolo gestiscano qualche metro quadrato di terra. Il mio obiettivo è veder nascere tanti piccoli orti ma diffusi su tutto il territorio.

Perchè, al giorno d’oggi, una persona decide di mettersi a coltivare la terra?

I motivi sono vari ma, in ordine di importanza, troviamo: la salubrità del cibo mangiato, la passione per l’orticoltura e il mondo agricolo, la soddisfazione nel veder crescere i frutti del proprio lavoro, l’esigenza. Il cibo oggi non viene visto come puro e semplice alimento. Se notiamo le pubblicità di prodotti alimentari notiamo che si vedono campi perfetti, gente felice, famiglie allegre, ottime verdure salutari, cibi che fanno bene non perché nutrono semplicemente ma perché fanno bene alla salute. Si andrà sempre più in questa direzione. La cultura del cibo è in costante aumento e questo porta moltissime persone ad interessarsi di ciò che stanno mangiando, sapere da dove viene, come è stata coltivata la materia prima, come è stata trasformata e distribuita.  Il passo successivo è quello di provar a “costruirsi” in casa il cibo. Questo spiega l’incremento degli appassionati orticoltori, della nascita di centinaia di blog e gruppi che parlano di questi argomenti e della crescita di sensibilità a riguardo di queste tematiche. Salubrità e conseguente passione sono il vero motore di questo movimento orticolo che coinvolge milioni di italiani. C’è anche però la grande soddisfazione che dà il veder crescere qualcosa che poi mangiamo dal seme che avevamo piantato. È una soddisfazione che nessun altro lavoro può dare. La fatica è tanta e a volte ci sono anche insuccessi ma quando si arriva alla metà la felicità è talmente tanta che copre anche questi aspetti negativi. Mai come in questo periodo di crisi ci sono persone disoccupate e desiderose di risparmiare pur richiedendo salubrità ed eco-sostenibilità. L’orto è lo strumento per raggiungere questo fine. Il disoccupato può trovare un’attività  sana e che può portare a creare cibo salutare risparmiando sulla spesa. Inoltre, perché no, potrebbe essere l’inizio di una nuova attività imprenditoriale agricola a basso costo.

La soddisfazione è ciò che spinge i nuovi e vecchi orticoltori a riprovarci l’anno successivo, a sperimentare, a informarsi su tecniche e consigli divergenti. È ciò che porta l’orticoltore a personalizzare il proprio orto secondo le sue idee.

So che la maggior parte degli iscritti a TerraXchange sono donne, come questa tendenza secondo te?

Le donne sono molto più sensibili ad aspetti ecologici, eco-sostenibili e di sicurezza alimentare. Hanno anche più pazienza generalmente, dote fondamentale per aver un buon orto. Molte hanno anche bisogno di uno svago che non impegni in spostamenti eccessivi (poiché di solito curano anche altre faccende di casa) inoltre per istinto materno sono sempre molto attente a ciò che cucinano. Riuscire a produrre loro stesse il cibo per la famiglia è una grossa spinta verso l’incremento dell’orticoltura femminile. Da attività prettamente di pensionato maschio che vive in zona di campagna, stiamo passando ad attività che interessa donne di mezz’età che abitano negli hinterland dei centri urbani ad alta densità abitativa.

Tu gestisci anche il blog di TerraXchange, ce ne parli?

Il blog di TERRAXCHANGE nasce come luogo in cui posto articoli che parlano dei più svariati argomenti inerenti alle tematiche principali: orto, sostenibilità, recupero del territorio, produzione di cibo, ecc…Come tutti i blog nasce dall’esigenza di informare in modo semplice su temi anche molto complessi (i processi naturali, agronomici e orticoli possono essere molto difficili da spiegare) e dare delle infarinature su sistemi produttivi interessanti, esempi già presenti sul territorio, informazioni utili all’orticoltura consapevole.Al blog abbiamo associato un forum interno al portale e due gruppi (uno su Facebook e uno su Google+) poiché credo fermamente che la condivisione e la partecipazione di tutti alla crescita di TERRAXCHANGE non sia solo auspicabile ma necessaria. Se TERRAXCHANGE fosse solo composto da un motore di ricerca e un blog a senso unico non riusciremmo ad arrivare agli obiettivi sperati.Il mio motto è: “TERRAXCHANGE nasce da me, vive grazie a voi!” Voglio riuscire a creare un portale in cui tutte le voci vengano amplificate. Molti argomenti del blog arrivano da richieste dei nostri utenti.

3 aggettivi per descriverti

Intraprendente, appassionato con la voglia di cambiare questo paese non con gesti eclatanti ma un passo alla volta. Sono una persona estremamente pratica e diretta. Odio burocrazie e perdite di tempo.

Ci racconti una tua giornata tipo?

Oggi la mia giornata tipo è davanti al PC per ovvi motivi. In ogni caso mi ritaglio sempre qualche momento libero in cui stacco tutto e faccio lavori nel mio giardino e nel piccolo orto che mi sono ricavato. Ho amici agricoltori che ogni tanto vado a trovare per discutere di tutti gli aspetti legati alla loro attività. Leggo libri e manuali di agricoltura per cercare di imparare da autodidatta alcuni aspetti che non conosco ancora o sui quali ho qualche dubbio. Mi piace andar a fiere o eventi agricoli per capire in che direzione si sta muovendo questo mondo. Oltre a questo ho la passione per la natura e la montagna. D’estate faccio escursioni per monti ed inverno pratico snowboard. Quindi ritaglio del tempo anche per queste attività.

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